Cannaliarisi

Cannaliarisi
Perdere tempo

Questo vocabolo trae origine da una delle più belle e amate tradizioni religiose siciliane: la festa di Sant’Agata, patrona di Catania. Durante la processione per le vie della città, tra la folla esultante dei devoti, il rumore assordante dei botti e il fantasmagorico iocu ‘i focu (gioco di fuoco, fuochi d’artificio), la vara che porta le reliquie della Santuzza viene preceduta da i cannalori (le candelore), enormi ceri votivi, ornati di meravigliose immagini, bassorilievi, statue e composizioni floreali, che vengono portate a spalla dai fedeli: ad ogni sosta della vara, in segno di omaggio a Sant’Agata, le candelore vengono fatte dondolare lentamente (e faticosamente, data la loro mole) prima di essere deposte.
Una persona che 
si cannalia è, dunque, una persona che si ciondola come una cannalora. Pertanto, se un siciliano vi dovesse dire con tono perentorio: “Non ti cannaliari!”, non vi adombrate, vuole solo sollecitarvi a far presto.

Sant'Agata Catania - Cucina di Sicilia

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